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L'angolo della poesia
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Re: L'angolo della poesia
Rivedo ancora
la mia scuola,
la strada brulicante
di voci festose,
le pareti imbiancate
della mia aula. -
riascolto la voce,
burbera ed affettuosa,
dei miei maestri,
il suo tono amichevole. -
e ripenso a voi,
o miei antichi compagni,
ai nostri giochi,
alla nostra vita
vissuta insieme,
ai lunghi giorni
di pioggia e di sole
passati nei banchi. -
come mi sembra
ormai lontano
quel tempo,
quel tempo spensierato e felice,
quando bastava
una piccola cosa
per farci piangere
o ridere insieme! -
come sono ora diverso,
io, dal ragazzino di allora! -
quante immagini,
quanti pensieri,
quante idee, il tempo
ha cambiato dentro di me! -
come è difficile ora vivere,
vivere da soli,
vivere in questo gorgo infernale
che non ci dà che male. -
ma tu, o piccola scuola,
rimarrai sempre intatta
nei miei ricordi,
nella mia memoria,
poiché con te,
dentro le tue mura,
io ho vissuto
i miei momenti migliori. -.
-- Vladimir Majakovskij
la mia scuola,
la strada brulicante
di voci festose,
le pareti imbiancate
della mia aula. -
riascolto la voce,
burbera ed affettuosa,
dei miei maestri,
il suo tono amichevole. -
e ripenso a voi,
o miei antichi compagni,
ai nostri giochi,
alla nostra vita
vissuta insieme,
ai lunghi giorni
di pioggia e di sole
passati nei banchi. -
come mi sembra
ormai lontano
quel tempo,
quel tempo spensierato e felice,
quando bastava
una piccola cosa
per farci piangere
o ridere insieme! -
come sono ora diverso,
io, dal ragazzino di allora! -
quante immagini,
quanti pensieri,
quante idee, il tempo
ha cambiato dentro di me! -
come è difficile ora vivere,
vivere da soli,
vivere in questo gorgo infernale
che non ci dà che male. -
ma tu, o piccola scuola,
rimarrai sempre intatta
nei miei ricordi,
nella mia memoria,
poiché con te,
dentro le tue mura,
io ho vissuto
i miei momenti migliori. -.
-- Vladimir Majakovskij
Re: L'angolo della poesia
Terra di fate
di Edgar Allan Poe
Valli di nebbia, fiumi tenebrosi
e boschi che somigliano alle nuvole:
poi che tutto è coperto dalle lacrime
nessuno può distinguerne le forme.
Enormi lune sorgono e tramontano
ancora, ancora, ancora ...
in ogni istante
della notte inquiete, in un mutare
incessante di luogo.
E così
spengono la luce delle stelle
col sospiro del loro volto pallido.
Poi viene mezzanotte sul quadrante lunare
ed una più sottile delle altre
(di una specie che dopo lunghe prove
fu giudicata la migliore)
scende giù,
sempre giù, ancora giù,
fin quando
il suo centro si posa sulla cima
di una montagna, come una corona,
mentre l'immensa superficie,
simile a un arazzo,
s'adagia sui castelli
e sui borghi (dovunque essi si trovino)
e si distende su strane foreste,
sulle ali dei fantasmi, sopra il mare,
sulle cose che dormono e un immenso
labirinto di luce le ricopre.
Allora si fa profonda - profonda! -
la passione del sonno in ogni cosa.
Al mattino, nell'ora del risveglio,
il velo della luna si distende
lungo i cieli in tempesta e,
come tutte le cose,
rassomiglia ad un giallo albatro.
Ma quella luna non è più la stessa:
più non sembra una tenda stravagante.
A poco a poco i suoi esili atomi
si disciolgono in pioggia: le farfalle
che dalla terra salgono a cercare
ansiose il cielo e subito discendono
(creature insoddisfatte!) ce ne portano
solo una goccia sulle ali tremanti.
di Edgar Allan Poe
Valli di nebbia, fiumi tenebrosi
e boschi che somigliano alle nuvole:
poi che tutto è coperto dalle lacrime
nessuno può distinguerne le forme.
Enormi lune sorgono e tramontano
ancora, ancora, ancora ...
in ogni istante
della notte inquiete, in un mutare
incessante di luogo.
E così
spengono la luce delle stelle
col sospiro del loro volto pallido.
Poi viene mezzanotte sul quadrante lunare
ed una più sottile delle altre
(di una specie che dopo lunghe prove
fu giudicata la migliore)
scende giù,
sempre giù, ancora giù,
fin quando
il suo centro si posa sulla cima
di una montagna, come una corona,
mentre l'immensa superficie,
simile a un arazzo,
s'adagia sui castelli
e sui borghi (dovunque essi si trovino)
e si distende su strane foreste,
sulle ali dei fantasmi, sopra il mare,
sulle cose che dormono e un immenso
labirinto di luce le ricopre.
Allora si fa profonda - profonda! -
la passione del sonno in ogni cosa.
Al mattino, nell'ora del risveglio,
il velo della luna si distende
lungo i cieli in tempesta e,
come tutte le cose,
rassomiglia ad un giallo albatro.
Ma quella luna non è più la stessa:
più non sembra una tenda stravagante.
A poco a poco i suoi esili atomi
si disciolgono in pioggia: le farfalle
che dalla terra salgono a cercare
ansiose il cielo e subito discendono
(creature insoddisfatte!) ce ne portano
solo una goccia sulle ali tremanti.
Morgana- Messaggi : 19
Data d'iscrizione : 04.06.13
Località : Milano
Re: L'angolo della poesia
Dice una leggenda
che una notte se nel cielo
ci sarà,luna piena.
Su dal mare oscuro
sugli scogli un'ombra bianca apparirà,passerà leggera.
Fata della luna dove vai
cantami la storia di colei
che per vedere il mondo un giorno se ne andò e non è
tornata mai più.
Tu che nelle notti profumate passi e porti dietro a te,
il silenzio.
Fa che per un attimo la mia
preghiera giunga fino a lei,
lei saprà capire.
Fata della luna tu lo sai
quante notti ho pianto per lei.
Dille quanto è fredda la mia casa ormai,dille che ritorni da me.
Una nuova notte è scesa già,qualcuno chiama e vedo là, dietro ai vetri.
Il suo viso,gli occhi,i suoi capelli quelle bianche mani che, non ho mai scordato.
Fata della luna ovunque vai
parla tutto il mondo di noi.
La canzone silenziosa che tu sai,canta tutto il mondo se vuoi.

che una notte se nel cielo
ci sarà,luna piena.
Su dal mare oscuro
sugli scogli un'ombra bianca apparirà,passerà leggera.
Fata della luna dove vai
cantami la storia di colei
che per vedere il mondo un giorno se ne andò e non è
tornata mai più.
Tu che nelle notti profumate passi e porti dietro a te,
il silenzio.
Fa che per un attimo la mia
preghiera giunga fino a lei,
lei saprà capire.
Fata della luna tu lo sai
quante notti ho pianto per lei.
Dille quanto è fredda la mia casa ormai,dille che ritorni da me.
Una nuova notte è scesa già,qualcuno chiama e vedo là, dietro ai vetri.
Il suo viso,gli occhi,i suoi capelli quelle bianche mani che, non ho mai scordato.
Fata della luna ovunque vai
parla tutto il mondo di noi.
La canzone silenziosa che tu sai,canta tutto il mondo se vuoi.

Morgana- Messaggi : 19
Data d'iscrizione : 04.06.13
Località : Milano
Re: L'angolo della poesia
FESTA DELLE FATE (Versi di Emily Dickinson)
C'è un mattino agli uomini invisibile -
Le cui fanciulle su un più remoto prato
Celebrano il loro serafico maggio -
E per tutto il giorno, con balli e giochi,
E capriole che non potrei mai descrivere -
Impiegano il giorno festivo.
Qui a passo leggero, si muovono i piedi
Che non camminano più per le strade del paese -
Né presso il bosco si incontrano -
Qui sono gli uccelli che cercavano il sole
Quando la conocchia dell'anno passato oziosa pendeva
E i bordi dell'estate erano confinati.
Mai vidi una così meravigliosa scena -
Mai un tale cerchio su un tale prato -
Né così sereno insieme -
Come se le stelle in una qualche notte d'estate
Alzassero i loro calici di Crisolito -
E festeggiassero fino a giorno -
Come te ballare - come te cantare -
Popolo sul mistico prato -
Io chiedo, ogni nuovo mattino di maggio.
Aspetto le tue lontane - fantastiche campane -
Che mi annuncino in altre valli -
A una diversa aurora!

C'è un mattino agli uomini invisibile -
Le cui fanciulle su un più remoto prato
Celebrano il loro serafico maggio -
E per tutto il giorno, con balli e giochi,
E capriole che non potrei mai descrivere -
Impiegano il giorno festivo.
Qui a passo leggero, si muovono i piedi
Che non camminano più per le strade del paese -
Né presso il bosco si incontrano -
Qui sono gli uccelli che cercavano il sole
Quando la conocchia dell'anno passato oziosa pendeva
E i bordi dell'estate erano confinati.
Mai vidi una così meravigliosa scena -
Mai un tale cerchio su un tale prato -
Né così sereno insieme -
Come se le stelle in una qualche notte d'estate
Alzassero i loro calici di Crisolito -
E festeggiassero fino a giorno -
Come te ballare - come te cantare -
Popolo sul mistico prato -
Io chiedo, ogni nuovo mattino di maggio.
Aspetto le tue lontane - fantastiche campane -
Che mi annuncino in altre valli -
A una diversa aurora!

Morgana- Messaggi : 19
Data d'iscrizione : 04.06.13
Località : Milano
Re: L'angolo della poesia
Felici quelli che partono.
Non quelli che arrivano ai porti marciti.
Felici quelli che partono e non ritornano più.
Che io sia sempre nel mezzo del cammino
e il mio viaggio resti incompiuto.
Felici quelli che non conoscono l’ultima stazione.
Felici quelli che scompaiono nella nebbia fitta,
quelli che aprono le finestre quando nasce il mattino,
quelli che accendono le luci degli aeroporti.
Felici quelli che attraversano i ponti
quando il pomeriggio scende fra i gazometri come un uccello.
Felici quelli che hanno un’anima distratta.
Felici quelli che sanno che, alla fine della traversata,
il Nulla li attende, come uno spaventapasseri in un campo di granturco.
Felici quelli che si ritrovano solo nella sconfitta e nel vento.
Felici quelli che hanno vissuto più di una vita.
Felici quelli che hanno vissuto innumerevoli vite.
Felici quelli che scompaiono quando i circhi se ne vanno.
Felici quelli che sanno che ogni fonte è un segreto.
Felici quelli che amano le tempeste.
Felici quelli che sognano treni illuminati.
Felici quelli che hanno amato corpi e non anime,
quelli che hanno udito il pigolio delle civette bianche nel silenzio della notte.
Felici quelli che hanno incontrato una sillaba persa nell’erba coperta di rugiada.
Felici quelli che hanno attraversato la notte oscura e la bruma inopportuna,
quelli che hanno visto il fuoco crepitante nascere nei grandi falò di giugno,
felici quelli che hanno visto il cielo aprirsi come un manto per accogliere il volo dello sparviero.
Felici quelli che abitano nelle isole periferiche
e sono circondati al calar della notte da una nuvola di formiche alate.
Felici i sedentari che un giorno se ne andarono.
Lêdo Ivo
dalla raccolta Réquiem
Non quelli che arrivano ai porti marciti.
Felici quelli che partono e non ritornano più.
Che io sia sempre nel mezzo del cammino
e il mio viaggio resti incompiuto.
Felici quelli che non conoscono l’ultima stazione.
Felici quelli che scompaiono nella nebbia fitta,
quelli che aprono le finestre quando nasce il mattino,
quelli che accendono le luci degli aeroporti.
Felici quelli che attraversano i ponti
quando il pomeriggio scende fra i gazometri come un uccello.
Felici quelli che hanno un’anima distratta.
Felici quelli che sanno che, alla fine della traversata,
il Nulla li attende, come uno spaventapasseri in un campo di granturco.
Felici quelli che si ritrovano solo nella sconfitta e nel vento.
Felici quelli che hanno vissuto più di una vita.
Felici quelli che hanno vissuto innumerevoli vite.
Felici quelli che scompaiono quando i circhi se ne vanno.
Felici quelli che sanno che ogni fonte è un segreto.
Felici quelli che amano le tempeste.
Felici quelli che sognano treni illuminati.
Felici quelli che hanno amato corpi e non anime,
quelli che hanno udito il pigolio delle civette bianche nel silenzio della notte.
Felici quelli che hanno incontrato una sillaba persa nell’erba coperta di rugiada.
Felici quelli che hanno attraversato la notte oscura e la bruma inopportuna,
quelli che hanno visto il fuoco crepitante nascere nei grandi falò di giugno,
felici quelli che hanno visto il cielo aprirsi come un manto per accogliere il volo dello sparviero.
Felici quelli che abitano nelle isole periferiche
e sono circondati al calar della notte da una nuvola di formiche alate.
Felici i sedentari che un giorno se ne andarono.
Lêdo Ivo
dalla raccolta Réquiem
varanasy- Messaggi : 1553
Data d'iscrizione : 03.03.11
Età : 48
Località : Toscana
Re: L'angolo della poesia
felice di avervi ritrovatiIaco ha scritto:Felici perchè sei tornata

varanasy- Messaggi : 1553
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